Le maculopatie: cosa sono, come si curano.

Maculopatia significa patologia della macula. Ma cos’è la macula? E’ la porzione più nobile della retina presentando un’alta densità di fotorecettori ed essendo responsabile della visione dei 10/10. Un danno della regione maculare può dunque comportare un grave deficit visivo.

Il termine maculopatia comprende un vasto numero di patologie. Dalle maculopatie di interesse chirurgico (pucker e foro maculare), a forme tossiche da farmaci o legate a miopia elevata, fino alle patologie più frequenti: le degenerazioni maculari senili.

La Degenerazione Maculare Legata all’Età (o DMLE) rappresenta la prima causa di ipovisione nei paesi industrializzati in soggetti con più di 50 anni di età. La prevalenza aumenta, naturalmente, con il passare degli anni: negli Stati Uniti il 10% dei soggetti di età compresa tra i 65 ed i 75 anni presenza un’alterazione della funzione visiva imputabile a DMLE, con percentuali fino al 30% in soggetti di età superiore ai 75 anni. Si tratta, dunque, di una patologia ampiamente diffusa ed invalidante.

I primi sintomi di una degenerazione maculare senile sono la distorsione delle immagini e l’insorgenza di scotomi (macchie scure al centro del campo visivo), in questi casi é opportuno sottoporsi ad una visita oculistica con esame del fondo oculare associato ad eventuali ulteriori esami diagnostici di approfondimento come la fluorangiografia e l’OCT.

E’ opportuno distinguere due forme di degenerazione maculare senile, che presentano diverso decorso ed approccio terapeutico.

La DMLE Atrofica (o secca) é la forma più frequente. Si caratterizza per la presenza di distrofia del tessuto maculare associata ad accumuli di metaboliti che i tessuti faticano a smaltire (le cosiddette drusen). Ha un’evoluzione lenta e l’unico approccio terapeutico possibile é l’assunzione di integratori a base di carotenoidi, vitamine ed omega-3.

La DMLE essudativa (o umida) é la forma più aggressiva, dovuta ad un’anomala membrana neovascolare che genera un edema della macula spesso associato ad emorragie retiniche. Ha un decorso più rapido e in questi casi la terapia deve essere tempestiva per garantire la miglior prognosi visiva possibile.

Nelle forme di degenerazione maculare essudativa, infatti, é possibile intervenire con dei farmaci che vengono iniettati direttamente all’interno dell’occhio per via intravitreale, come il Ranibizumab (Lucentis) e l’Aflibercept (Eylea). Si tratta di molecole antiangiogeniche, ossia farmaci che bloccano la proliferazione vascolare  riducendo conseguentemente l’edema e l’attività della membrana neovascolare.

La prevenzione consiste nell’effettuare controlli oculistici periodici dopo i 50 anni di età rimuovendo i possibili fattori di rischio come, ad esempio, il fumo o l’eccessiva esposizione a raggi UV e seguendo, inoltre, una dieta che consenta un buon apporto vitaminico.

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